La biblioteca di Roma antica è una serie di libri editi originariamente dalla Newton Compton e ristampati nel 2007 in una collana tematica per il quotidiano Il Messaggero.
L’opera si compone di undici uscite al prezzo di euro 5,00.
Elenco delle uscite:
1. La civiltà dell’antica Roma (La civilisation romaine, 1960), di Pierre Grimal [marzo 2007] Traduzione di Tharita Marilù Blasi
«La storia secolare di una città e di un popolo che hanno lasciato al mondo un’eredità indimenticabile»
TRAMA: La civiltà romana era diversa dalla nostra? Certamente noi ne siamo gli eredi, ma possiamo affermare di conoscerla davvero? E cosa significa “civiltà”? Forse un insieme complesso di costumi, di tecniche, di regole sociali esplicite o implicite, di gusti, di stili di vita, di aspirazioni spirituali e necessità materiali che si fronteggiano. In alcune civiltà, inoltre, il peso del passato paralizza le forze più vitali. A Roma invece, almeno per alcuni secoli, ciò non avviene. Tradizione e innovazione sembrano trovare un equilibrio e si assiste a un continuo fiorire di nuove idee che però non rinnegano il passato. L’effetto, e senza dubbio anche lo scopo, è quello di dare all’uomo i mezzi per vivere dignitosamente e liberamente. Per questo i problemi dell’antica Roma non sono mai troppo lontani da quelli del nostro tempo e il loro studio ci aiuta, se non a risolverli, almeno a prenderne coscienza. Con le sue luci e le sue ombre la civiltà romana rappresenta quindi uno dei grandi momenti della storia dell’umanità.
2. La cucina di Roma antica (2004), di Francesco Maria Amato [marzo 2007]
«Salse, antipasti, pietanze, dolci della Roma repubblicana e imperiale»
TRAMA: La cucina di Roma antica era estremamente semplice, composta da prodotti derivanti dalla pastorizia abbinati a un enorme consumo dipuls (polenta) e acqua. Nel periodo tra la fine della Repubblica e l’avvento dell’Impero, la tavola iniziò a divenire molto più complessa e variata; la ricerca della prelibatezza e della novità portò cuochi di professione e avventizi a misurarsi tra di loro con proposte a volte stravaganti, altre impensabili. Erano tempi in cui si voleva assaggiare di tutto, deglutire e provare ogni cosa commestibile, ogni sona di novità. In questo volume si risale alle origini dell’arte culinaria della Roma antica, alle sue fonti primarie, e si propongono, attraverso un rigoroso percorso storico e letterario, i contenuti di quelle antiche ricette che seguirono di pari passo l’estendersi dello splendore e della grandezza di Roma.
3. Le grandi battaglie di Roma antica (2002), di Andrea Frediani [marzo 2007]
«Dalle guerre sannitiche alle invasioni barbariche, i combattimenti e gli scontri che hanno avuto per protagonista la Città Eterna»
TRAMA: Dalle guerre sannitiche alle invasioni barbariche l’antica Roma fu protagonista di molte battaglie decisive per la storia dell’umanità. In questo volume, trionfali vittorie si alternano a drammatiche disfatte, in una avvincente successione di brillanti condottieri e improvvisati strateghi, dì ciascuno dei quali apprendiamo caratteristiche e comportamenti peculiari: il carisma di Scipione l’Africano, la lucidità del console Nerone, il folle coraggio di Decio Mure, le frustrazioni di Grasso e il genio dì Cesare. Senza mai ignorare i più famosi tra Ì loro nemici: ecco dunque il genio tattico di Annibale, l’infantile irruenza di Pirro, la fierezza di Vercingetorige e la spietatezza di Attila. E molti altri. Ma ammiriamo, in queste pagine, anche la forza della legione e del soldato romano, vero strumento - per più di un millennio - di conquista e di dominio, di repressione, ma anche di pace.
4. Gli uomini che fecero grande Roma antica (2002), di Giuseppe Antonelli [marzo 2007]
«I sette re di Roma, i condottieri, gli imperatori. Nomi e noi ormai familiari, resi immortali attraverso millenni di storia e di leggende»
TRAMA: I sette re di Roma, i condottieri, gli imperatori: nomi immortali che hanno attraversato millenni di storia e di leggende, di letteratura e di poesia. Chi erano, in realtà, Ì grandi personaggi della Roma antica? Scipione, Vespasiano, Marco Antonio, come hanno contribuito alla gloria della città, e come alla sua disfatta? Con quali grandi battaglie si sono misurati, quali territori hanno conquistato, a quali leggi hanno legato il proprio nome, come hanno cambiato l’architettura dell’antica Roma? Insemina, come hanno modificato, ognuno a modo suo, il corso della nostra storia? Questo saggio, puntuale nei contenuti e di agile consultazione, si propone in tal senso come un contributo importante, che arricchisce la biografia ufficiale dei grandi uomini di Roma antica con aneddoti particolari che li renderanno più vicini di quanto non siano mai stati.
5. Le grandi donne di Roma antica (2003), di Furio Sampoli [marzo 2007]
«Le diciannove donne che hanno avuto un ruolo al centro del potere nell’antica Città Eterna»
TRAMA:
Storie di donne di Roma antica in diciannove ritratti, da Rea Silvia a Galla Placidia.. Una storia di passioni e letti, non di rado determinante nella lotta per il potere, al pari di battaglie e congiure o colpi di stato. Senza dimenticare l'intelligenza dell'inganno raffinatamente femminile. Il tappeto srotolato ai piedi di Cesare con dentro Cleopatra: il frutto succoso d'Egitto vale le battaglie al Faro di Alessandria e al Pelusio. Due figure dell'universo femminile di Roma antica hanno colpito soprattutto la memoria popolare: Cornelia, madre dei Gracchi, e Messalina, giovane moglie dell'imperatore Claudio, i due estremi. Esempio luminoso per le donne della sua epoca l'una; prototipo di lussuria, sregolatezza e specchio deformante di una società che toccava il limite della depravazione, l'altra. Fra le due corrono duecento anni. E il periodo prodigioso e irripetibile di Roma: dalla polis (città stato) dei sette colli alla esplosione come caput mundi. Dalla Repubblica all'Impero fino all'avvento del Cristianesimo, con la moralizzazione della vita pubblica e dei costumi. Tramontava l'epoca del mondo pagano: piuttosto che la morigeratezza, dilagò l'ipocrisia. Né migliore sorte ebbero le donne. Elena, madre di Costantino, era una stabularla, ragazza di taverna. E Fausta, la moglie di Costantino, fu soffocata nei bagni di palazzo dopo la scoperta che «si concedeva a ogni persona».
6. Vita quotidiana nell’antica Roma (Alltag im Alten Rom: ein Lexikon, 1995), di Karl-Wilhelm Weeber [aprile 2007] Traduzione di Francesca Ricci
«Curiosità, bizzarrie, pettegolezzi, segreti e leggende»
TRAMA: La civiltà romana, insieme a quella greca, è alla base della civiltà occidentale. Di essa conosciamo i grandi personaggi, la potenza militare, le prestigiose istituzioni politiche e culturali. Ma senza prenderne in esame le fondamenta per così dire “profane”, si corre il pericolo di conferire a tutto il suo edificio un aspetto vuoto, solo di facciata. Una parte importante di queste fondamenta è la vita quotidiana, e non solo quella dei ceti agiati, ma anche quella del popolo: contadini e salariati, schiavi e liberti, massaie e artigiani, gente di spettacolo e prostitute. Tutti costoro hanno contribuito a forgiare la civiltà romana, e anche di loro si parla nei circa 220 lemmi di questo libro. Il lettore potrà osservare signore eleganti intente a fare acquisti nelle “boutique” di lusso, il fumoso retrobottega di un’osteria, i rapporti nella famiglia, dove i conflitti generazionali provocavano tensioni malgrado la rigorosa patria potestas. Ma potrà anche conoscere le salvaguardie previdenziali in caso di malattia, disoccupazione e altri rischi, seguire uomini e donne al lavoro e nel tempo libero, spiare da dietro le spalle un giovane intento a scrivere una lettera d’amore, accompagnare in Egitto un ricco uomo d’affari, o mescolarsi ai pazienti in attesa in un ambulatorio medico. Il volume si rivolge agli amanti dell’antichità, agli studenti e a coloro che per professione insegnano nelle scuole storia antica. Ma anche a chiunque voglia gettare lo sguardo al di là delle vicende e dei personaggi tramandati dalla Storia, per cogliere tutta la varietà e vivacità della vita di ogni giorno nell’antica Roma.
7. Miti e leggende dell’antica Roma (1986), di Rosa Agizza [aprile 2007]
«Dalla rivisitazione dell’Olimpo greco all’universalità del pantheon, dalle mitiche origini alla divinizzazione degli imperatori, il complesso mondo mistico dei conquistatori del mondo antico»
TRAMA: Le leggende e i miti raccolti in questo volume ci restituiscono, senza pesanti zavorre filologiche, l’immagine di un mondo perduto, eppure così vivo nella coscienza e consapevolezza dell’uomo contemporaneo, connotato da alti valori etici e civili che sembrano oggi esser venuti meno o, forse, non essere mai esistiti. Le ovvie difficoltà d’approccio incontrate sono da ricercarsi nella peculiare fisionomia della religione romana che, tacciala di eccessivo utilitarismo e, quindi, di aver ceduto angusti spazi al libero gioco della fantasia, è piuttosto carente nel corredo documentale, come attesta la propensione di alcuni autori - Varrone, Ovidio ecc. - a proporre rimaneggiamenti aulici secondo i modelli della più dotta Grecia. Al di là di una spiccata tendenza al sincretismo e della riscontrata assenza di una definitiva matrice generativa di valori, il patrimonio mitico dei Romani coincide con la loro stessa storia, con la fondazione della città. Anche se la leggenda delle origini troiane di Roma ripropone la fondamentale istanza di una sua fluidità massima negli scambi culturali.
8. I grandi generali di Roma antica (2003), di Andrea Frediani [aprile 2007]
«Gli uomini che impressero il loro marchio sulle conquiste, sulle battaglie e sulle guerre della repubblica e dell’impero»
TRAMA: La ricchezza di Roma antica è costituita dai grandi uomini che la sua storia ha saputo produrre. Questo assunto è ancora più valido nel campo militare, poiché l’impero romano è stato uno dei più estesi e longevi della storia mondiale. In ogni periodo della sua epopea, dagli albori alla decadenza, grandi generali hanno scritto pagine memorabili e avvincenti, pur con intenti e motivazioni diverse. Così, nella prima fase della repubblica, troviamo personaggi disinteressati come Furio Camillo, Fabio Massimo, Scipione l’Africano, consacrati alla maggior gloria della loro patria e sempre rispettosi delle istituzioni. Nell’epoca delle guerre civili, figure come Mario, Silla, Pompeo, Cesare, Antonio, pur contribuendo in ampia misura all’espansione del dominio romano, agiscono invece sulla spinta dell’ambizione personale, valendosi del loro ascendente sugli eserciti per conseguire il potere politico. Venuto l’impero, i più grandi generali raggiungono il trono mossi dalla brama di potere e dal desiderio di emulare le gesta dei leggendari condottieri del passato ma, nello stesso tempo, si ritengono gli individui della provvidenza, i più adatti dapprima a espandere l’impero, come Germanico o Traiano, poi a difenderlo, come Settimio Severo, Aureliano e Costantino. Questo volume racconta la carriera e le campagne, le imprese e i fallimenti, descrive le tattiche e le strategie, riporta le dichiarazioni e le arringhe di ventidue tra i consoli, i dittatori e gli imperatori che impressero il loro marchio sulle conquiste e sugli episodi bellici più salienti della storia romana.
9. Passioni, intrighi, atrocità degli imperatori romani (2006), di Furio Sampoli [maggio 2007]
«Da Augusto a Costantino: trecentocinquanta anni di controstoria dell’antica Roma» Presentazione di Raffaele la Capria
TRAMA: Una ricostruzione storica non può basarsi esclusivamente sulla concretezza dei fatti: sapere chi ha vinto o perso una battaglia serve a poco se non si indaga sul perché, sul come, sugli uomini che furono protagonisti di trionfi o disfatte. Una chiave di lettura imprescindibile della storia esamina la natura dell’uomo, sempre complessa e inquieta. «Le discordie», scrive Sallustio, «sopravvengono per una tara dell’animo umano, che, insoddisfatto e sfrenato, si agita incessantemente per la libertà, per la gloria, per il potere». E Machiavelli, quattordici secoli a seguire: «Gli uomini sempre ti riusciranno tristi se da una necessità non sono fatti buoni». Questo libro, oltre a ricostruire le vicende della nascita e della fine dell’impero romano, è soprattutto una sorta di galleria di odii, di turpitudini, di efferatezze succedutesi nell’arco di trecento cinquanta anni, dall’apollineo demiurgo dell’impero di Roma, Ottaviano Augusto, a quello della decadenza, Costantino, primo imperatore cristiano. Con lo spartire l’impero ai figli, come fosse una proprietà privata, Costantino spalancava le porte prima al vento devastante delle guerre fratricide e poi alla separazione dell’impero d’Occidente da quello d’Oriente. Non era che l’anteprima della rovina.
10. I grandi nemici di Roma antica (The Enemies of Rome, 2004), di Philip Matyszak [maggio 2007] Traduzione di Lucilla Rodinò
«Da Annibale a Vercingetorige, da Cleopatra ad Attila, le drammatiche e avvincenti storie dei personaggi eccezionali e temerari che hanno sfidato la potenza di Roma»
TRAMA: Sfidare la potenza di Roma era una faccenda pericolosa e pochi degli uomini e delle donne descritti in queste pagine sono morti nel loro letto. Alcuni, come Vercingetorige e Giugurta, vennero catturati, esibiti in trionfo e poi, mentre i loro conquistatori partecipavano a un festoso banchetto, uccisi nelle segrete sotterranee. Piuttosto che subire un tale destino, altri nemici di Roma, tra cui Annibale, Budicca e Cleopatra, si suicidarono. Questo libro avvincente e originale guarda all’ascesa e alla caduta di Roma dal punto di vista dei popoli che le si opposero. Alcuni combatterono per conservare la libertà, le proprie tradizioni e i propri usi e costumi, altri per istinto di sopravvivenza e altri ancora per amore della lotta, per cupidigia o calcolo politico. Dietro figure leggendarie come quella di Vinato, di Spartaco il gladiatore, di Sapore I il conquistatore e di Mitridate esperto di veleni, scopriamo la realtà storica dei nemici di Roma: eroi dall’animo nobile o criminali assassini ma ognuno con una storia unica e affascinante.
11. Giulio Cesare (2005), di Giuseppe Antonelli [maggio 2007]
«Il più grande conquistatore di Roma antica»
TRAMA: La figura di Cesare come avventuriero è stata variamente abbozzata e accennata dagli studiosi che hanno scritto e narrato di lui. Napoleone, che se ne intendeva, ha attribuito a Cesare la passione per la guerra in quanto “bella occupazione”, cioè attività professionale divertente, esaltante e, spesso, meravigliosamente remunerativa per i generali. Ma questa coloritura personale è stata sopraffatta e messa in ombra, nella tradizione, dalle monumentali conseguenze storiche scaturite dalle azioni del politico e del soldato. E tuttavia essa sembra la sola capace di delimitare uno spazio in cui sia possibile, senza residui e senza vuoti, sistemare, come in un puzzle, le varie tessere che compongono il personaggio. Può darsi che questo sia riduttivo della valenza storica del soggetto, ma più di qualsiasi altro approccio avvicina all’uomo Cesare e fa conoscere le sue passioni, le speranze, la sua fatica quotidiana, gli errori, le crudeltà, i reati da codice penale, insomma la sua vita. L’autore pedina l’itinerario di questo avventuriero senza sottrargli meriti ma anche senza indulgenze complici e reverenziali, per concludere nel riconoscimento di una personalità straordinaria, carica di quel fascino proprio di quanti hanno il coraggio di vivere il limite estremo del loro destino senza timori o esitazioni.
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